INCISIONE SU PIETRA - Workshop per bambini e ragazzi
L’uso e la lavorazione della pietra sono fra le attività più antiche e conosciute dell’essere umano. Assemblare pietre per costruire muri e case, scavare grotte nelle montagne, raccontare storie in maniera quasi indelebile o semplicemente creare bellezza, attraverso marmi e graniti, la pietra ci accompagna e ci circonda dall’alba dei tempi. È il materiale più denso del nostro pianeta Terra.
Lavorare la pietra, o per lo meno contattarla attraverso un martello e un scalpello, risveglia in noi un legame profondo con la Terra. Ci aiuta a mobilizzare tutto l’Essere, fisicamente ed energeticamente.
In un momento storico dell’umanità nel quale la tecnologia ha spostato il nostro centro di gravità verso la mente, con i danni che conosciamo, riportarci al contatto con una materia molto densa ci guida e ci aiuta a ritornare nella piena presenza nel corpo.
Ogni volta che ho dato l’occasione ad un ragazzo o bambino di prendere in mano martello e scalpello, al primo pezzo di pietra staccato ho visto scintille nei suoi occhi ! Poi, parto ogni volta da un progetto d’opera al quale li rendo consapevoli di partecipare, cio che genera un’ulteriore entusiasmo.
Ivan L. Gervasi
OPERE COLLETTIVE PER CREARE UN SENSO D'APPARTENENZA A UNA COMUNITÀ UMANA
La globalizzazione e la tecnologia hanno forse sciolto l’idea di confini, generato un’illusione d’accessibilità a tutto in ogni momento, ma cosi via abbiamo perso il senso d’appartenenza alla comunità nella quale viviamo.
Propongo di progettare e realizzare delle opere con gruppi di ragazzi e bambini della stessa scuola, dello stesso borgo o paese, in maniera che si crei un ponte d’identificazione tra di loro. Il poter dire di aver contribuito alla realizzazione di un’opera che rimane nel tempo genera storia, e saranno gli stessi ragazzi diventati adulti che porteranno i loro fratelli, amici, o più tardi anche i figli a vedere l’opera.
Mettere pace, apertura e dialogo come lo suggerisce questa foto creando opere con simboli forti, poesie, ecc… Il mondo che abbiamo creato genera dai nostri figli una forma di autodistruzione perché prevalgono solo l’apparenza, il consumo e il denaro.
Tocca a noi dare spazio a queste esperienze e alle loro opere nei nostri spazi di vita. Non sono debitori di niente nei nostri confronti, abbiamo scelto di accoglierli procreando. Ascoltarli, guidarli e strutturare le loro idee con la saggezza della nostra esperienza e la sacralità della vita, dare spazio al loro lavoro nello spazio comune, genera comunità attorno al cuore.